Andrea Aromatico, alias “Sotto, bello!”.

Andrea Aromatico, da oggi per me alias “Sotto, bello!“, è, beh, per quelle diecine di milioni di italiani che non ne hanno mai sentito parlare, pressoché la totalità, un signore di quasi sessant’anni, esteticamente, diciamo, originale, con quella sua testa rasata, naso a gnocco, somiglianza non dissimile da quella di un pullo di Gabbiano Reale, che passa il suo tempo travolto da adolescenziale ardore, impugnando un fucile (mai gettarlo a terra, quasi con disprezzo, nemmeno fosse un bastone da passeggio, come appare nel video in esame, foto sotto), inseguendo due bracchette, le quali fermano, ma, quindi, all’involarsi del selvatico, nello specifico Quaglie, balzano in aria, per acciuffarle, movimento rischiosissimo, come andrò a narrarvi, a illuminarvi del perché il protagonista della narrazione si è guadagnato il soprannome all’inizio menzionato.

C’era una volta un campo addestramento cani denominato, se non vado errato, “Rentella”, poco prima di Magione (Perugia), direzione Lago Trasimeno, dove, in nome del falso amore per i propri ausiliari, se ne vedevano di cotte e di crude.

Di norma era frequentato dai più scarsi, nonché dai più scaltri.

I secondi in perenne agguato di merlotti dal becco giallo cui rifilare un pulcioso buono a nulla, i primi a millantare ciò che forse solo in sogno avevano potuto ammirare.

Tra questa folta schiera di improvvisati, tutti emuli di Tartarin de Tarascone, ne figurava uno, figlio del cosiddetto Moro (così chiamato per il colore scuro della pelle, corpulento, cappellone a larghe falde, tanto da poter essere scambiato facilmente per un messicano in luogo di un italiano), conduttore di Avelignesi (Haflinger) nell’antesignano “Parco della Città della Domenica”, novità assoluta nel panorama nazionale, può essere, considerato che ai primi anni ’60 del secolo scorso venne inaugurato.

Il rampollo del Moro era decisamente bislacco, con un fucile in mano pericoloso, direi.

Bene, un giorno di quelli nei quali il buon Dio, stufo delle cazzate da noi umani perpetrate, si girò decisamente dall’altra parte, eccoti Moro Junior far capolino a “Rentella”, comprando qualche Quaglia, legando il suo cagnetto alla stecconata, inoltrarsi nel prato e liberarle in attesa che il suo campione mostrasse ciò che valeva, ossia gli sperticati elogi del suo padrone innanzi ad una moltitudine mica da poco.

Gruppo di curiosi, pettegoli, per la precisione, i quali, conoscendo il soggetto, ne attendevano qualche stravaganza.

Che non si fece attendere, sfortunato ausiliare.

Infatti, giunto che fu a ridosso della prima Quaglia, il cagnetto diligentemente “fermò”.

Moro Junior non stava letteralmente nella pelle, girandosi con quei suoi esorbitanti occhi verso gli astanti, come a sottolineare:

Eeeeeeeeeeh, che v’avevo detto?“.

Gia’, che v’avevo io preannunciato circa l’inaffidabilità di certi soggetti, soprattutto di quello ora in campo?

E fu in quel sospeso nella tensione frangente che si udì risuonar la locuzione che rimase come triste epitaffio ad imperitura memoria sulla lapide del cagnetto innocente:

Sotto, bello!“.

La Quaglia frullò, il cagnetto in alto balzò, per acciuffarla, la mortal fucilata nell’aria risuonò e la svolazzante testolina in un amen si polverizzò.

Ci fu anche chi da pietà non venne colto ed anzi nel prato si rotolò in preda, mi parve, a convulsioni, ma la maggior parte dei testimoni dello sciagurato avvenimento, se ne andò, scuotendo la testa, sgomenta.

Ecco, dunque, il perché del mio appioppar all’Andrea Aromatico detto inquietante soprannome “Sotto, bello!“, visto come agisca, cacciando Quaglie, lui e le sue bracchette.

Leandro Raggiotti

Emiliano Zapata, Morelos, México.

06 settembre 2023

(Babbo Gennaro, conTaras, uno dei soggetti di quella cucciolata, mia sorella Mariella ed il sottoscritto, accarezzando Nilla qualche stagione fa).

Poscritto:

Leandro Raggiotti, ma non scrivere idiozie, alla tua eta…… Eddai!,

testuale risposta di Andrea Aromatico al mio commento, qui sotto, sul video di all4hunters.com, immortalante le “prodezze” sue e delle sue bracchette:

“Franco (Franco Checchi, che, sentendo l’abbaiare di cani in sottofondo, aveva scritto: “Abbaiano a fermo?), nooooooo, le Quaglie “al salto”: ahahahahahah!
Anni fa, vicino a Perugia, insisteva un campo addestramento cani e lì vi si riversava di tutto e di più.
Nel peggio, s’intende.
Fra questa marmaglia un certo Cexxxrini, figlio di un conduttore di cavalli della “Città della Domenica”, parco giochi antesignano, sorto nei primi anni ’60 del secolo scorso.
Un tipo strambo, pericoloso anche senza un fucile in mano.
Insomma, paga qualche Quaglia, le libera e da il via alla giostra.
Cane in ferma, impaziente gli da l’ordine:
“Sotto, bello!”.
Il cagnetto incalza, la Quaglia s’innalza, e il cagnetto balza in aria, per acciuffarla.
Povero cagnetto, perché nel balzo una schioppettata lo raggiunse alla nuca, fulminandolo.
Da quel triste momento il Tartarin di Tarascona in questione venne ribattezzato “Sotto, bello!”.
Ecco, vedendo il bracchetto in video compiere la stessa azione, da oggi in poi l’amico Andrea, per me sarà “Sotto, bello!”.
Saluti.”

Ora, per quello che possa valere la sua posizione nel mondo tutto, nella società, è pur sempre un uomo “pubblico”, che non può permettersi di rispondere in maniera sgarbata a chi dissenta dal suo modus venandi.

Anzi, dovrebbe farne tesoro e correggersi, come di seguito gli ho suggerito, ancora in quel botta e risposta in coda al video “incriminato”:

“Andrea caro, sei troppo “piccoso”, per essere un uomo “pubblico”, innanzitutto.
Poi, già te lo scrissi in un’altra occasione, ovvero che apprezzo alla tua non più giovane età l’ardore che ti caratterizza.
Ma finisce lì.
Tutto.
Perché fra il tuo andare in giro con uno schioppo in mano e dei “bei” cani, che inseguono le Quaglie, o quello che sia, c’è un Muro, una Barriera insuperabile:
la mancanza di umiltà, il gusto di imparare.
Continua così e rimarrai quello che appari:
uno scolaretto in attesa di un buon maestro.
Poscritto: il fatto che ti si critichi, non vuol dire che ti si sia nemici.
Ma tant’è, e non aggiungo altro, perché lungi da me l’intenzione di offenderti.
Stammi bene, e ciao.”

M’è sgorgata spontanea la parola umiltà, ch’è ciò che gli manca, oltre al gusto di imparare, che me lo farà apparire sempre come “…….. uno scolaretto in attesa di un buon maestro“.

E bellissimo sarebbe se ci illuminassi , caro Andrea, su chi (dei tuoi familiari?) t’abbia iniziato all’Ars Venandi, perché di tradizione (da tradere, consegnare) c’è punto traccia nel tuo operato.

Al contrario, spesso appari altamente imbarazzante.